Si parla molto di sicurezza informatica e di privacy. Quanti di noi, però, sono consapevoli dei rischi a cui internet e i vari dispositivi elettronici, che ormai fanno parte della vita quotidiana, ci espongono?
Accessi indesiderati sul proprio computer da parte di terze persone, virus ricevuti attraverso messaggi di posta elettronica, clonazione delle proprie carte di credito, stalking e truffe online, sono solamente alcune delle minacce che si nascondono ogni giorno dietro il nostro monitor.
La privacy e il fattore umano.
Il problema non è tanto la sicurezza dei dispositivi o delle reti informatiche quanto le persone che li usano, le quali spesso sono inconsapevoli delle minacce a cui vanno incontro.
E’ vero! Ogni volta che accediamo a un servizio siamo chiamati a dare il nostro consenso per la privacy. Ma, quanti di noi leggono realmente quella marea d’informazioni circa il trattamento e la protezione dei nostri dati personali che, come fossero briciole di pane, seminiamo durante la nostra navigazione online. Scommetto meno del 10%.
Se non leggiamo alcuna raccomandazione o informativa e clicchiamo su “OK”, avvertendo talvolta, anche fastidio nel vedere il popup che ci avvisa, mi chiedo: a chi serve questa informativa?
A salvaguardare l’utente o a chi acquisisce con l’esplicito consenso l’autorizzazione al trattamento dei nostri dati, offrendoci la possibilità di fare un test online, per mostrarci a quale cantante assomigliamo o un’appetitosa fake news?
Cosa Internet sa di noi: quante e quali informazioni seminiamo sulla rete che riguardano la nostra vita privata?
Se vi chiedessi di raccontarmi cosa avete fatto il 4 settembre del 2019, probabilmente non ve lo ricorderete.
Probabilmente vi siete collegati ad almeno un social network. Avete postato una vostra foto online, avete utilizzato il navigatore per raggiungere una località, oppure utilizzato uno di quei braccialetti elettronici che misurano il battito cardiaco e, collegato allo smartphone, registrano il percorso che fate durante le passeggiate.
Qualcuno di voi avrà utilizzato Google per cercare delle informazioni o semplicemente per trovare un locale carino dove passare la serata, risposto a qualche email, oppure vi sarete registrati a un sito web o, ancora, effettuato quell’acquisto online tanto desiderato.
La sera sarete usciti con degli amici e il dispositivo satellitare dell’assicurazione, montato sulla vostra vettura, avrà seguito gli spostamenti, per segnalare ai vostri familiari un eventuale incidente, registrando al contempo la velocità alla quale andavate e verosimilmente il percorso.
A cena avete pagato con il bancomat e successivamente, entrando in una zona a traffico limitato, dove una telecamera controlla le targhe in entrata e in uscita, qualche pensiero romantico è rimasto lì, immortalato su twitter, oppure, dopo l’ennesima litigata con il ragazzo, “entrando in una relazione complicata”, avete cambiato lo stato su facebook.
Forse voi non lo sapete cosa avete fatto il 4 settembre di un anno fa, ma tutte queste informazioni sono memorizzate da qualche parte sulla Rete.
Cosa Internet sa di noi: sta scrivendo il libro della nostra vita.
Se esistesse un motore di ricerca che con un semplice click riuscisse a rintracciare tutte queste informazioni e a fornire un quadro abbastanza affidabile di quello che avete fatto, pensato o raccontato, provato e con chi siete stati? Un enorme libro con le informazioni di tutte le persone che ogni giorno sono connesse con la grande rete e cosa hanno fatto in ogni momento della propria vita. Quale enorme potere potrebbe derivare dal possedere tutti questi dati e a quante e quali persone, organizzazioni criminali, multinazionali, governi, potrebbero fare gola di possederli?
Purtroppo questi sistemi esistono davvero, anche se non sono ancora pienamente integrati e cosi sofisticati, almeno quelli conosciuti e pubblici.
Se non ci credete, vi mostro un piccolo esempio per farvi vedere cosa internet sa di noi, qualcosa di veramente semplice che a qualcuno potrebbe non piacere.
Perché? Adesso vedrete. Cliccando sul link sottostante sarete indirizzati ad una pagina contenente una mappa. Selezionate il giorno, il mese e l’anno, così potrete vedere dove siete stati e che luoghi avete visitato in quella data. Quali sono i posti che visitate maggiormente e altro ancora. Questa è la location history di google maps. Fortunatamente ad accesso esclusivo del proprietario dell’account, almeno così affermano. Chiudete sempre il vostro account se utilizzate un pc che non è il vostro.
https://maps.google.com/locationhistory
Se questo vi sembra poco, cliccate su quest’altro link
PeekYou analizza i dati pubblici presenti su oltre 60 piattaforme, compresi i principali social network, e permette d’individuare facilmente i link ai profili social di altre persone.
Oppure questo link del servizio Pipl che si propone come motore di ricerca delle persone. Si può provare a trovare qualcuno dal suo nome e cognome, dal suo soprannome, dal numero di telefono o dalla sua email.