Benvenuti sul blog, dove esploriamo le intricate connessioni tra mente e cervello. Oggi affrontiamo un argomento di grande rilevanza clinica e sociale: le Demenze Vascolari. Spesso, quando si parla di demenza, il pensiero corre immediatamente alla malattia di Alzheimer. Tuttavia, le demenze vascolari rappresentano la seconda causa più comune di deterioramento cognitivo grave, e comprendere le loro specificità è fondamentale per una diagnosi accurata, una gestione efficace e una prevenzione mirata.

Che cosa intendiamo per Demenze Vascolari?
L’espressione Vascular Cognitive Impairment (VCI), o Compromissione Cognitiva Vascolare, è un termine ombrello che definisce l’intero spettro dei disordini cognitivi associati a lesioni vascolari cerebrali. Questo spettro va dal Mild Cognitive Impairment (MCI) di origine vascolare, una forma più lieve di declino cognitivo che non compromette significativamente le attività quotidiane, fino alla Demenza Vascolare (VaD) conclamata, la forma più grave, in cui il deterioramento cognitivo è tale da rendere il paziente incapace di gestire autonomamente il proprio quotidiano.
La demenza vascolare è attribuibile a lesioni cerebrovascolari, che possono essere sia ischemiche (causate da una ridotta o interrotta afflusso di sangue al cervello) che emorragiche (causate da un sanguinamento nel cervello). Queste lesioni possono essere singole (come nel caso di un ictus maggiore) o multiple (come nel caso di piccoli infarti lacunari o di danni alla sostanza bianca). La diagnosi di VaD richiede la dimostrazione di queste lesioni tramite esami neuroradiologici e, aspetto critico, la dimostrazione di una relazione causale tra i sintomi cognitivi e le lesioni cerebrovascolari.
Il Substrato Neuropatologico: Malattia dei Piccoli Vasi e Infarti Strategici
Le demenze vascolari non sono un’entità unica, ma piuttosto un gruppo eterogeneo di condizioni. Tra le forme più comuni e studiate troviamo:
Demenza Multi-Infartuale (MID): Caratterizzata dalla presenza di numerosi infarti di medie e grandi dimensioni che colpiscono diverse aree cerebrali, portando a un declino cognitivo spesso a gradini, con peggioramenti improvvisi in seguito a nuovi eventi ischemici.
Demenza Vascolare Ischemica Sottocorticale (SIVD): Questa forma è dovuta principalmente alla malattia dei piccoli vasi cerebrali e si caratterizza per infarti lacunari (piccoli infarti profondi) e degenerazione della sostanza bianca (le “autostrade” di connessione del cervello) a causa di ipoperfusione cerebrale cronica. Come descritto in letteratura, i pazienti con SIVD spesso presentano un quadro clinico abbastanza definito e omogeneo, con disturbi cognitivi che consistono in un’alterazione delle capacità di controllo del pensiero e del comportamento, a cui si associano deficit mnesici di lieve entità. Prevalgono i disturbi comportamentali come apatia, abulia, irritabilità e impulsività, spesso riconducibili al coinvolgimento dei circuiti frontali sottocorticali, configurando la cosiddetta “sindrome fronto-sottocorticale”. I sintomi neurologici associati includono disturbi della deambulazione (passo strascicato, a piccoli passi, con sbandamenti) e frequenti cadute, turbe della minzione (urgenza, incontinenza) e segni pseudobulbari (disartria, disfagia).
CADASIL (Cerebral Autosomal Dominant Arteriopathy with Subcortical Infarcts and Leukoencephalopathy): Una demenza vascolare ereditaria rara, causata da mutazioni nel gene NOTCH3. Anche in questo caso, è una malattia dei piccoli vasi che porta a ictus ricorrenti e deterioramento cognitivo progressivo. Attualmente, nessun trattamento è in grado di modificare il decorso della CADASIL.
Sintomi e Diagnosi delle Demenze Vascolari: Un Quadro Complesso
Diversamente dall’Alzheimer, dove la perdita di memoria è spesso il sintomo d’esordio più evidente, le demenze vascolari possono manifestarsi con una gamma più ampia di sintomi, a seconda delle aree cerebrali colpite. Oltre ai deficit di memoria, comuni sono i problemi nelle funzioni esecutive (pianificazione, problem solving, flessibilità cognitiva), nella velocità di elaborazione e nell’attenzione. I disturbi del comportamento e dell’umore (apatia, depressione, irritabilità) sono frequenti, soprattutto nelle forme sottocorticali. Per approfondire i segnali comuni di allarme e distinguere la demenza dal normale invecchiamento, puoi leggere il nostro articolo sui 7 segni da non ignorare.
La diagnosi si basa su un’attenta anamnesi (raccolta della storia clinica del paziente), un esame neurologico completo e una valutazione neuropsicologica approfondita. Quest’ultima è cruciale per identificare e quantificare i deficit cognitivi specifici, distinguendoli da quelli tipici di altre forme di demenza. Gli esami di neuroimaging, come la risonanza magnetica (RM) cerebrale, sono indispensabili per visualizzare le lesioni vascolari (infarti, lacune, alterazioni della sostanza bianca) e per escludere altre patologie.
Un aspetto fondamentale, spesso arbitrario e insoddisfacente, è il criterio temporale che suggerisce la comparsa dei sintomi cognitivi entro tre mesi dall’insorgenza di un ictus clinicamente manifesto. Tuttavia, è importante considerare che molti pazienti con demenza vascolare non hanno un “ictus” classicamente inteso, ma piuttosto un accumulo graduale di piccoli danni vascolari silenti.
Trattamento e Prevenzione delle Demenze Vascolari: L’Importanza della Gestione dei Fattori di Rischio
Attualmente, non esistono terapie farmacologiche in grado di curare le demenze vascolari o di invertirne il decorso. Tuttavia, l’approccio terapeutico mira principalmente a:
Controllare i fattori di rischio vascolari: Questa è la strategia più importante. La gestione aggressiva di ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, fumo, obesità e fibrillazione atriale può rallentare la progressione della malattia e prevenire nuovi eventi ischemici.
Trattamento sintomatico: Farmaci per la gestione dei disturbi cognitivi (es. inibitori dell’acetilcolinesterasi, anche se l’efficacia è meno consolidata rispetto all’Alzheimer) e dei disturbi comportamentali (ansiolitici, antidepressivi, antipsicotici, se necessario).
Riabilitazione neuropsicologica: Interventi volti a migliorare le funzioni cognitive residue e a compensare i deficit. Questi possono includere training cognitivo, strategie di memoria e programmi di problem solving.
Interventi psicoeducativi: Supporto ai pazienti e ai loro familiari per affrontare la malattia, migliorare la qualità di vita e favorire l’adattamento ai cambiamenti.
La prevenzione gioca un ruolo chiave. Adottare uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata, attività fisica regolare, controllo del peso, astensione dal fumo e moderazione nell’uso di alcol, è fondamentale per ridurre il rischio di sviluppare lesioni vascolari cerebrali e, di conseguenza, demenze vascolari.
Il Ruolo del Neuropsicologo nelle Demenze Vascolari: Un Ponte tra Cervello e Vita Quotidiana
Il neuropsicologo è una figura centrale nella gestione delle demenze vascolari. Dalla fase diagnostica, attraverso la somministrazione di test standardizzati e batterie di valutazione specifiche per le diverse funzioni cognitive, alla pianificazione di interventi riabilitativi personalizzati. Il compito del neuropsicologo è non solo identificare le difficoltà cognitive, ma anche comprendere come queste impattano sulla vita quotidiana del paziente e dei suoi familiari, offrendo strategie per massimizzare l’autonomia e migliorare il benessere.
Comprendere le demenze vascolari è un passo cruciale per affrontare questa complessa sfida neurologica. La ricerca continua a fare passi avanti, ma già oggi abbiamo gli strumenti per una diagnosi precoce e per interventi che, seppur non curativi, possono fare una significativa differenza nella vita dei pazienti e delle loro famiglie.
Riferimenti Bibliografici:
- Pagano, L. (2018). Le Demenze Vascolari. In PSI, Le Demenze: Manuale per la Pratica Clinica e la Riabilitazione. (pp. 62-75).
- World Health Organisation (2023). https://www.who.int/newsroom/fact-sheets/detail/dementia
- Aglioti, S. M., & Fabbro, F. (2006). Neuropsicologia del linguaggio. Il Mulino.
- Parkin, A. J., & Leng, N. R. C. (1993). Neuropsychology of the Amnesic Syndrome. Psychology Press.
- Lavadas, E., & Pizzamiglio, L. (N.D.). Neuropsicologia Cognitiva.