Le malattie neurodegenerative e il metabolismo cerebrale alterato
Le malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer (AD) e le taupatie, rappresentano una delle sfide più pressanti della medicina moderna. La stretta relazione tra Alzheimer e metabolismo cerebrale è al centro di nuove scoperte. Queste condizioni debilitanti, che colpiscono milioni di persone in tutto il mondo, privano gradualmente gli individui delle loro facoltà cognitive e della loro indipendenza, lasciando famiglie e caregiver in una lotta spesso senza speranza. Attualmente, le opzioni terapeutiche sono limitate e, nella maggior parte dei casi, non riescono a fermare la progressione inesorabile della malattia. Un aspetto meno compreso di queste patologie è la loro stretta relazione con il metabolismo energetico del cervello. È stato ampiamente riportato che i pazienti affetti da AD e altre taupatie presentano condizioni ipometaboliche nel cervello, derivanti da un’alterazione del metabolismo del glucosio. Questo suggerisce che il modo in cui il cervello utilizza l’energia gioca un ruolo cruciale nella progressione della malattia. Una recente ricerca, pubblicata su Nature Metabolism il 30 giugno 2025 (DOI: 10.1038/s42255-025-01314-w), getta nuova luce su questa possibilità, suggerendo che un’alterazione del metabolismo del glicogeno neuronale potrebbe non solo essere un potenziale marcatore precoce e bersaglio terapeutico delle taupatie, ma anche una nuova via metabolica neuroprotettiva.

Il ruolo della proteina tau nell’Alzheimer
Tauopatie e aggregati neurofibrillari
Al centro di molte di queste malattie vi è una proteina centrale nel processo neurodegenerativo: la proteina tau. Nelle condizioni patologiche, la proteina tau subisce modificazioni anomale e si aggrega, formando grovigli neurofibrillari (NFT) nel cervello. Questi grovigli sono considerati una delle principali cause della disfunzione neuronale e della morte cellulare che caratterizzano le taupatie, tra cui l’Alzheimer e le degenerazioni lobari frontotemporali con inclusioni di tau (FTLD-tau).
Difficoltà terapeutiche e approcci attuali
Nonostante decenni di ricerca, lo sviluppo di terapie efficaci che mirino direttamente a queste aggregazioni si è rivelato estremamente difficile. Il legame esatto tra il metabolismo energetico alterato e l’accumulo di tau è un campo di ricerca in continua evoluzione, dove la comprensione del ruolo di molecole come il glicogeno sta aprendo nuove prospettive per il metabolismo cerebrale nell’Alzheimer.
Metabolismo del glucosio e glicogeno nel cervello
Glicogeno neuronale: un serbatoio poco conosciuto
Il glicogeno è la forma di immagazzinamento del glucosio, il “carburante” primario del nostro corpo. Sebbene sia abbondante nel fegato e nei muscoli, il cervello contiene quantità relativamente piccole di glicogeno, che è principalmente immagazzinato negli astrociti, le cellule di supporto che nutrono i neuroni. Tuttavia, anche i neuroni contengono piccole quantità di glicogeno, la cui funzione specifica è rimasta a lungo un mistero, ma che ora si rivela cruciale.
Tau e glicogeno: un’interazione dannosa
La nuova ricerca rivela che il metabolismo del glicogeno è compromesso nel cervello dei modelli di taupatia di Drosophila melanogaster (moscerini della frutta) e nelle persone affette da Alzheimer. Questo accumulo anomalo di glicogeno neuronale è emerso come una caratteristica distintiva. Gli scienziati hanno scoperto un vero e proprio “circolo vizioso”: la proteina tau, interagendo con il glicogeno, ne promuove l’accumulo nei neuroni, il che a sua volta aggrava l’accumulo di tau e interrompe ulteriormente l’omeostasi cellulare. È come se il cervello, cercando di compensare un deficit energetico, finisse per accumulare una sostanza che, paradossalmente, peggiora la situazione.
La scoperta: come il glicogeno protegge il cervello
Attivazione della via del pentoso fosfato (PPP)
La ricerca non si è limitata a osservare questi effetti benefici; ha anche svelato il meccanismo molecolare sottostante. La scomposizione del glicogeno neuronale reindirizza il flusso di glucosio verso una via metabolica alternativa chiamata Via del Pentoso Fosfato (PPP). Questa via è cruciale per la produzione di NADPH.
Riduzione dello stress ossidativo e morte neuronale
Il NADPH, a sua volta, è essenziale per rigenerare il glutatione ridotto (GSH), un potente antiossidante. Il glutatione funziona da sistema endogeno di detossificazione cellulare dei radicali liberi, le specie reattive dell’ossigeno (ROS), che sono molecole altamente instabili e dannose per le cellule, contribuendo allo stress ossidativo e al danno neuronale nelle malattie neurodegenerative. Gli scienziati hanno dimostrato che l’aumento dell’espressione dell’enzima chiave per la scomposizione del glicogeno, la glicogeno fosforilasi (GlyP), riduce drasticamente i livelli di ROS nel cervello dei moscerini, proteggendo dalla morte neuronale. Inoltre, quando la Via del Pentoso Fosfato è stata bloccata con un inibitore, l’effetto protettivo di GlyP è stato annullato, confermando il ruolo critico della PPP nella neuroprotezione mediata dalla scomposizione del glicogeno.
Il ruolo di GlyP e della segnalazione cAMP
Il processo è ulteriormente regolato dalla via mediata dal cAMP (adenosin monofosfato ciclico), che attiva la GlyP e contribuisce alla neuroprotezione. Attivare questa via, ad esempio con trattamenti farmacologici che mimano il cAMP (come 8-Br-cAMP menzionato nello studio originale), ha mostrato risultati promettenti nel mitigare la patologia tau.
Restrizione calorica e implicazioni terapeutiche
Esperimenti su Drosophila melanogaster
Uno dei risultati più intriganti di questo studio riguarda gli effetti della restrizione alimentare (DR). La restrizione alimentare, intesa come una riduzione calorica senza malnutrizione, è da tempo riconosciuta come un metodo potente per prolungare la durata della vita e ritardare l’insorgenza della neurodegenerazione in vari organismi modello. Gli autori dello studio hanno dimostrato che la DR migliora significativamente la patologia nei modelli di moscerino della frutta con taupatia. La DR promuove la scomposizione del glicogeno (catabolismo), mostrando effetti neuroprotettivi sorprendenti: estensione della vita media, riduzione della morte cellulare apoptotica e della formazione di vacuoli nel cervello. In altre parole, indurre uno stato metabolico adattivo, spingendo il sistema a utilizzare le riserve di glicogeno, sembra proteggere il cervello dai danni causati dalla proteina tau.
Validazione su neuroni umani iPSC
La ricerca, condotta su modelli animali come i moscerini della frutta e su neuroni umani derivati da iPSC con mutazioni tauR406W e tauV337M nella proteina MAPT, fornisce una solida base per future indagini.
Verso nuovi approcci farmacologici
Identificando il metabolismo alterato del glicogeno e la sua scomposizione come un bersaglio terapeutico promettente, gli scienziati hanno aperto nuove strade per lo sviluppo di trattamenti. L’attivazione della glicogeno fosforilasi (GlyP) o la modulazione della via del cAMP potrebbero diventare strategie innovative per combattere non solo le taupatie, ma potenzialmente anche altre malattie neurodegenerative. Sebbene ancora lontane dalla pratica clinica, queste strategie aprono nuovi scenari per la ricerca traslazionale.
Conclusioni e prospettive future
Glicogeno come bersaglio terapeutico
I risultati di questo studio sono di enorme importanza. La comprensione di questi meccanismi complessi ci avvicina un passo in più alla possibilità di rallentare o persino prevenire l’inesorabile progressione delle demenze, offrendo una nuova speranza a milioni di persone in tutto il mondo.
Cautela, traslazionalità e prossimi passi
Questo lavoro rappresenta un contributo fondamentale nel ripensare le strategie neuroprotettive, introducendo il metabolismo del glicogeno come possibile leva terapeutica nel contesto delle taupatie e nel metabolismo cerebrale dell’Alzheimer. Sottolinea l’importanza di continuare a esplorare i meccanismi biologici fondamentali che sottostanno alle malattie, anche quelli che potrebbero sembrare secondari, poiché spesso le risposte più rivoluzionarie si nascondono nei dettagli più inaspettati del nostro stesso funzionamento. La lotta contro le demenze è una battaglia che richiede approcci audaci e una comprensione approfondita.