Il film Joker (Arthur), un thriller psicologico del 2019, ha suscitato forti reazioni alla rappresentazione del disturbo mentale del personaggio principale che non è mai specificato. Il Joker di Todd Phillips è ben diverso dalle precedenti interpretazioni. Il regista ha trasformato un’icona del fumetto di Batman in uno studio drammatico neuropsicologico che riflette il modo in cui la società vede e tratta i problemi di salute mentale di determinati individui. Secondo alcuni critici, Joker corre il rischio di essere percepito come una esaltazione di ciò che un individuo solitario arrabbiato e disturbato è in grado di fare e solleva il dibattito sul fatto che il film trasformi l’archetipo di uomo violento in una figura eroica.
Sebbene la malattia di Arthur rimanga non specificata, possiamo trarre alcune conclusioni se diamo un’occhiata ai sintomi e alle condizioni mentali di Joker durante tutto il film. In generale, Arthur sembra avere un complesso mix di caratteristiche di alcuni tratti della personalità, vale a dire narcisismo (dal momento che desidera ardentemente l’attenzione con qualsiasi mezzo) e psicopatia (dal momento che non dimostra empatia per le sue vittime). Mostra anche alcuni tratti di depressione ma allo stesso tempo un eccellente autocontrollo.
Joker potrebbe apparire un “folle” supercriminale che ride istericamente ma verosimilmente soffre di un disturbo della regolazione dell’espressione emotiva, causato da malattie neurologiche o lesioni che colpiscono il cervello, caratterizzata da episodi improvvisi e incontrollabili di pianto, risate o entrambi (sindrome pseudobulbare). Questi episodi sono eccessivi, incoerenti o sproporzionati rispetto alle circostanze o all’umore sottostante del paziente in quel momento.
Joker soddisfa alcuni dei criteri della psicopatia che, nonostante la stessa non sia tra i disturbi di personalità elencati nel DSM-5, è ben riconosciuta come una variante del disturbo antisociale di personalità. Egli manca di conformarsi alle norme sociali in materia di comportamento lecito, dimostra irritabilità, aggressività e disprezzo per la sicurezza degli altri, così come la mancanza di rimorso.
Nonostante il film fornisca al pubblico componenti identificabili di disturbi mentali reali, in generale, la psicopatologia che Arthur mostra è nebbiosa e la combinazione dei suoi sintomi è insolita. Tale vaghezza diagnostica aiuta a creare un carattere più riconoscibile che riflette il peso di qualsiasi disturbo mentale; ma può creare confusione e lasciare l’impressione che diversi disturbi neurologici e mentali siano stati mescolati nel personaggio.
In realtà, la trama si muove da un ritratto di un individuo che sta lottando con un disturbo mentale e si sforza di trasformarsi in una pura caricatura da supercriminale. Il film usa il trauma infantile di Arthur e la sua lotta contro il disturbo mentale come mezzo per guadagnare la simpatia del pubblico, piuttosto che il disgusto per le sue azioni. È un cliché secolare di psicologia del cinema: il personaggio non ha avuto abbastanza amore. Pertanto, come personaggio, Arthur fa appello profondamente alla tendenza umana all’autocommiserazione. Da questo punto di vista, la sua malattia mentale è solo uno dei fattori di stress che sono la vera causa del fatto che Arthur sia diventato il Joker. La malattia mentale era importante per la trama generale solo come un modo per collegare insieme tutti gli altri fattori di stress. Quindi, ridurre tutte le azioni di Arthur ai suoi problemi di salute mentale è estremamente semplicistico.
Fonte: Skryabin, V. Y. (2021). Analysing Joker: an attempt to establish diagnosis for a film icon. BJPsych Bulletin, 45(6), 329–332. https://doi.org/10.1192/BJB.2020.146