La disabilità intellettiva (o sarebbe più corretto dire le disabilità intellettive,
vista la loro diversificata eziopatogenesi, genetica, per complicazioni
perinatali, per traumi cerebrali, ecc.) è una compromissione delle funzioni
cognitive, con presenza di deficit a carico delle competenze intellettive come la memoria, il pensiero, il ragionamento, l’attenzione, ecc.
Oggi a differenza che in passato non è più possibile fare diagnosi solo basandosi sulla misurazione del QI. Infatti, oggi la diagnosi si basa sulla valutazione del funzionamento in tre ambiti: concettuale, sociale e pratico.
La diagnosi di Disturbo del Funzionamento Intellettivo o semplicemente Disabilità Intellettiva è possibile solo dopo un attento percorso anamnestico e di valutazione e osservazione del comportamento tramite test, questionari e interviste ai cargiver che si prendono cura del bambino.
La vecchia dicitura ritardo mentale non è più utilizzata, mentre invece rimane la dicitura di ritardo cognitivo per segnalare un rallentamento nel raggiungimento delle tappe di sviluppo. Mentre invece quando il bambino ha meno di 5 anni e non è possibile valutarlo causa del suo quadro clinico molto compromesso, tale per cui non è possibile valutarlo con gli strumenti di diagnosi utilizzati, viene in questo caso utilizzata la dicitura “ritardo globale dello sviluppo”.
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