AGEs e Alzheimer: il legame tra diabete e demenza.

Gli AGEs (Advanced Glycation End products) si formano come risultato del processo di glicazione. Questi sono glicoproteine deformate che hanno perso la loro funzione originaria e si producono spontaneamente in un ambiente ad alta concentrazione di zuccheri [1]. Tale ambiente può essere favorito nel nostro organismo da deficit nei meccanismi di regolazione glicemica.

La malattia di Alzheimer è la forma più comune di demenza neurodegenerativa e altamente invalidante con esordio prevalentemente intorno ai 65 anni. I sintomi più frequenti riguardano la memoria, specialmente di eventi recenti e l’orientamento spaziale. Con l’avanzare della malattia i deficit cognitivi coinvolgono anche  la capacità di comporre e capire il linguaggio, di prendere decisioni, la comprensione dei concetti di spazio e tempo, e la presenza di disturbi della condotta, affettivi, psicotici e comportamenti specifici come vagabondaggio, agitazione, aggressività, contribuiscono a peggiorare ulteriormente il livello di autonomia della persona nelle attività della vita quotidiana. La malattia porta lentamente il malato a isolarsi dalla società e dalla famiglia e nei peggiori dei  casi all’istituzionalizzazione.

AGEs e Alzheimer: in che modo la dieta o un deficit dei meccanismi di regolazione glicemica è collegato alla più diffusa patologia neurodegenerativa?

I prodotti della glicazione sono molecole che  si trovano, per esempio, sulle superfici abbrustolite dei cibi fritti, grigliati e anche sul pane tostato. Oltre al colore, gli AGE conferiscono agli alimenti cotti sapore e aroma, tipici dei prodotti da forno, dei derivati del latte, della carne e del pesce.

Le reazioni di glicazione sono necessarie per il corretto funzionamento di alcune molecole ma in quantità elevate, il loro prodotto diventa tossico e dannoso per la nostra salute.  Quando c’è un’elevata concentrazioni di zuccheri nel sangue, le reazioni di glicazione possono diventare incontrollabili. Il glucosio reagisce con le proteine presenti nel sangue e nei tessuti generando molecole biologicamente inattive, gli AGEs appunto. L’origine degli AGEs può essere sia di natura endogena che introdotte nel nostro organismo con il cibo e la loro sintesi può essere promossa anche da malsane abitudini come il fumo.

AGEs e Alzheimer: formazione degli AGEs
Formazione degli AGEs

Oggi con la dieta consumiamo più AGE di quanto accadeva diversi anni fa. La maggior quantità di queste molecole si forma e si accumula durante le fasi di cottura degli alimenti. La loro formazione dipende dalla temperatura, dal tipo di cottura, dalla composizione in proteine, zuccheri e dagli oli utilizzati. Inoltre, l’eccessiva trasformazione alimentare e l’aggiunta di esaltatori del sapore aumenta la quantità di AGE presente nei cibi che regolarmente assumiamo.

Gli alimenti come la carne, i prodotti da forno, i cibi fritti, i cereali raffinati, i formaggi, sono quelli da consumare con più cautela. Mentre livelli più bassi di AGEs si riscontrano nel pesce, negli ortaggi, nei legumi, nella frutta e nei cereali integrali.

Queste molecole, gli AGEs, possono impedire ai neuroni di funzionare correttamente. In una ricerca del 2013 i ricercatori riportano che il cervello delle persone con malattia di Alzheimer ha livelli elevati di  AGEs che contribuiscono alla formazione delle placche amiloidi – un’alta percentuale delle persone malate di Alzheimer soffrono di diabete di tipo II (Fukazawa R. et al.2013)  e uno studio del 2018 ha dimostrato che la presenza di diabete di tipo II fa aumentare il rischio che si sviluppi  la malattia di Alzheimer. (Keivan Javanshiria, 2018). 

Shannon e colleghi, in uno studio del 2015, ipotizzano che fra diabete e malattia di Alzheimer ci possa essere un legame: livelli elevati di glucosio nel sangue, infatti, possono far aumentare rapidamente i livelli di beta-amiloide.  

Per capire in che modo valori di glicemia elevati possano  influenzare il rischio di malattia di Alzheimer, i ricercatori hanno sottoposto a infusioni di glucosio dei topi. Hanno così scoperto che nei topi giovani, senza placche amiloidi nel cervello, un raddoppio dei livelli della glicemia portava a un aumento dei livelli di beta-amiloide nel cervello del 20%. Quando l’esperimento è stato ripetuto nei topi anziani, che già avevano sviluppato placche cerebrali, i livelli di beta-amiloide sono aumentati del 40%. 

Con queste premesse alcuni ricercatori hanno iniziato a riferirsi al legame tra le due condizioni, tra diabete e Alzheimer, come “diabete di tipo 3”. Il termine “diabete di tipo 3” è stato coniato per la prima volta da ricercatori che hanno scritto nel Journal of Alzheimer’s Disease nel 2005. 

AGEs e Alzheimer: formazione degli AGEs
Fig. 1. Prevalenza del diabete mellito e ipertensione circa la differenza tra i gruppi dello studio (%). AD, malattia di Alzheimer ; MD, demenza mista; VaD, demenza vascolare. (Keivan Javanshiri et al. 2018)

Di contro, in una ricerca basata su 268 pazienti deceduti di età superiore ai 65 anni, i ricercatori hanno analizzato dei campioni di cervello per confermare la diagnosi di demenza, utilizzando le cartelle cliniche e il Registro Nazionale Svedese del diabete per determinare se i soggetti analizzati soffrivano di  ipertensione, diabete, o di entrambi le patologie. I ricercatori hanno riscontrato un’elevata presenza di ipertensione e di diabete di tipo II tra i soggetti con demenza vascolare e demenza mista, mentre nei soggetti con malattia di Alzheimer hanno riscontrato una frequenza inferiore delle due patologie. (Javanshiri K et al. 2018)

I risultati di quest’ultimo studio sembrerebbero indicare che l’associazione tra Alzheimer e diabete di tipo II sia giustificata più dalle diffusa presenza di queste patologie nella popolazione over 65 anni che  da una relazione diretta tra Alzheimer e iperglicemia. 

È opinione di chi scrive che, in ogni caso, evitare il consumo di zuccheri e i cibi troppo elaborati, preferendo una dieta vegetariana sia una scelta altamente consigliata, specialmente dopo i 40 anni di età.

Fonti consultate.

Ahn, S. M., Byun, K., Cho, K., Kim, J. Y., Yoo, J. S., Kim, D., … & Lee, B. (2008). Human microglial cells synthesize albumin in brain. PloS one, 3(7), e2829.

Byun, K., Yoo, Y., Son, M., Lee, J., Jeong, G. B., Park, Y. M., … & Lee, B. (2017). Advanced glycation end-products produced systemically and by macrophages: A common contributor to inflammation and degenerative diseases. Pharmacology & therapeutics, 177, 44-55.

Dhananjayan, K., Forbes, J., & Münch, G. (2018). Advanced glycation, diabetes, and dementia. In Type 2 Diabetes and Dementia (pp. 169-193). Academic Press.

Fukazawa, R., Hanyu, H., Sato, T., Shimizu, S., Koyama, S., Kanetaka, H., … & Iwamoto, T. (2013). Subgroups of Alzheimer’s disease associated with diabetes mellitus based on brain imaging. Dementia and geriatric cognitive disorders, 35(5-6), 280-290.

Javanshiri, K., Waldö, M. L., Friberg, N., Sjövall, F., Wickerström, K., Haglund, M., & Englund, E. (2018). Atherosclerosis, hypertension, and diabetes in Alzheimer’s disease, vascular dementia, and mixed dementia: Prevalence and presentation. Journal of Alzheimer’s Disease, 65(4), 1247-1258.

Macauley, S. L., Stanley, M., Caesar, E. E., Yamada, S. A., Raichle, M. E., Perez, R., … & Holtzman, D. M. (2015). Hyperglycemia modulates extracellular amyloid-β concentrations and neuronal activity in vivo. The Journal of clinical investigation, 125(6), 2463-2467.

Sanz, C. M., Hanaire, H., Vellas, B. J., Sinclair, A. J., Andrieu, S., & REAL. FR Study Group. (2012). Diabetes mellitus as a modulator of functional impairment and decline in Alzheimer’s disease. The Real. FR cohort. Diabetic Medicine, 29(4), 541-548.

Takeuchi, M., Kikuchi, S., Sasaki, N., Suzuki, T., Watai, T., Iwaki, M., … & Yamagishi, S. I. (2004). Involvement of advanced glycation end-products (AGEs) in Alzheimer’s disease. Current Alzheimer Research, 1(1), 39-46.

Vlassara, H., Woodruff, S., & Striker, G. E. (2016). Dr. Vlassara’s AGE-Less Diet: How a Chemical in the Foods We Eat Promotes Disease, Obesity, and Aging and the Steps We Can Take to Stop It. Square One Publishers, Inc..

Zhao, W. Q., & Townsend, M. (2009). Insulin resistance and amyloidogenesis as common molecular foundation for type 2 diabetes and Alzheimer’s disease. Biochimica et Biophysica Acta (BBA)-Molecular Basis of Disease, 1792(5), 482-496.

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Questo articolo nasce con intento divulgativo. Eventuali semplificazioni sono volute al fine di  renderlo di più facile lettura e comprensione.


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