Perché ciò che fa paura spesso ci attrae?

La paura è un’emozione primaria, è fondamentale per l’uomo perché lo aiuta a proteggersi dai pericoli. Accade però che la paura si manifesti anche in contesti e per cose che non rappresentano una minaccia.

Eppure spesso ne siamo attratti: basti pensare ad Halloween e ai film che mettono  paura. Perché? Alcuni studi hanno rilevato che quando siamo soggetti ad una “paura divertente”, come guardare un film dell’orrore appunto, alcune aree del cervello si rilassano. La paura fittizia sembra in grado di mettere in pausa i problemi della nostra vita. In questo senso la sociologa specializzata in paura Margee Kerr precisa che questa emozione “fa sentire bene fisicamente e può anche rendere più forti”.

Bryan Roche, docente di Psicologia alla Maynooth University in Irlanda afferma «Piacere e paura sono emozioni molto vicine. In entrambi i casi si verificano le stesse reazioni fisiologiche. E analizzando solo quest’attività fisiologica, sarebbe difficile dire se un individuo prova paura o eccitazione».

Perché Halloween ci affascina?

Halloween evoca scenari horror, di paura, con mostri, maschere, ragni, zombie, streghe e via dicendo. Perché attraggono? Perché questi scenari innescano stimoli di adattamenti difensivi psicologici che si sono formati nel corso dell’evoluzione dell’uomo, fanno provare un brivido di terrore e ci permettono di staccare la spina dai problemi quotidiani. Halloween è inoltre un “contesto sicuro”, le emozioni non sono reali, non si è realmente in pericolo perciò ci si sente sicuri nel provarle. Il risultato è che si contempla la paura in modo ironico, divertente e distaccato.

Cosa succede all’interno del cervello?

Vengono attivati due percorsi: uno più cognitivo ci rende consapevoli del fatto che la paura provata è frutto di una finzione, mentre l’altro, più emotivo, traminte il rilascio di un cocktail di ormoni, ci predispone ad attivarci nel caso in cui il motivo della paura diventi reale. E’ esattamente questo mix di ormoni che rendono la paura attraente, perché il loro aumento provoca eccitazione e piacere.

Qual è il ruolo della paura?

La paura non è sempre un’alleata, delle volte nasce apparentemente senza spiegazione, davanti a situazioni che non sono dei reali pericoli. Molto spesso ci troviamo di fronte alla “paura atavica” ovvero fobie che nascono da paure scritte nel nostro DNA nel corso dell’evoluzione.

Il caso più esemplare è l’aracnofobia: quando non deriva da traumi o da situazioni di malessere psicologico, siamo di fronte ad una paura arcaica. Ai tempi dei nostri antenati preistorici, i ragni, con il loro veleno, erano un pericolo mortale da cui difendersi.

David H Rakison e Jaime Derringer hanno condotto uno studio su un gruppo di bambini di cinque mesi: questi bambini presentavano una spiccata attenzione per le rappresentazioni di ragni catturandone completamente la concentrazione.

Citiamo anche la tripofobia, altra paura evolutiva: il tripofobico ha paura delle superfici che presentano buchi ed irregolarità e ciò deriva dalla paura ossessiva delle malattie, che abbiamo ereditato sempre dai nostri antenati. Anche la paura patologica dei topi è legata al concetto di scarsa igiene, malattie e morte.

Ci sono poi i casi in cui le paure appaiono immotivate e irragionevoli, queste fobie sono legate spesso a malesseri psichici della persona o sono legate a dei traumi.

Come nascono le fobie?

Molto spesso la causa è un trauma, frutto di un evento subito o visto accadere. Ad esempio, se si è stati morsi da un ratto, o si è visto qualcuno che veniva aggredito da un ratto, si potrebbe sviluppare la fobia per i ratti. Il cervello sviluppa un legame fra l’evento, trovarsi davanti un ratto, e le conseguenze, ovvero essere morso. Per associazione la sola vista del ratto innesca la paura.

In altri casi la fobia si sviluppa in conseguenza a sentimenti negativi correlati ad una determinata situazione, esempio: luogo chiuso crea attacchi di panico, in questi casi si parla di claustrofobia.

Delle volte, specie nei bambini, le fobie si sviluppano per imitazione: se un genitore ha una reazione fobica verso un ragno, ad esempio, è possibile che il bambino lo imiti.

Molto spesso le fobie sono irrazionali, ma sono sempre legate ad un evento traumatico di cui non siamo più consapevoli, come se ne avessimo perso la memoria.

In linea di massima le fobie si riassumono in:

  • Situazionale: la paura si scatena in una situazione precisa (spazi aperti, spazi chiusi, guidare, volare etc);
  • Animali: ragni, uccelli, cani, gatti etc.
  • Ambiente naturale: tuoni, altezze, buio, acqua etc.
  • Sangue-iniezioni-ferite: aghi, siringhe, sangue etc.
  • Altre tipologie: fobie dei numeri, delle forme, degli odori, dei colori etc.

E’ molto importante affrontare e risolvere le fobie, in quanto se trascurate rischiano di aggravarsi e rendere difficile lo svolgimento delle attività quotidiane. Le fobie vengono diagnosticate e trattate da psicologi e terapeuti.

Perché ci piacciono i film horror?

Paura e film sono un binomio classico del cinema, ed è anche una tipica situazione di Halloween. Generalmente la serata si svolge proprio guardando film dell’orrore o anche raccontandosi storie terrorizzanti.

Perché nonostante ci facciano paura guardiamo ugualmente  i film horror? Cosa ci attrae? Ebbene si tratta di un paradosso: lo spettatore prova un’emozione forte ma ciò che sta vedendo non è reale e che nella vita di tutti i giorni non potremmo mai vivere. Questo concetto è stato ampiamente affrontato da Noel Carroll nel suo testo The Philosophy oh Horror or Paradoxes of the Heart.

Carroll spiega molto bene come guardare un film che mette paura sia un ‘piacere cognitivo’: ci si confronta in sicurezza con situazioni misteriose e spaventose depotenziate dalla loro pericolosità, poiché non reali.

Inoltre spiega come risultino più sensibili ai contenuti horror, coloro che non riescono a staccare il proprio punto di vista da quello del personaggio.

Perché dopo abbiamo gli incubi?

Capita molto spesso che dopo la visione di un film horror, o dopo esser stati ad uno spettacolo di Halloween, si presentino gli incubi. Stuart Fischoff, professore dell’Università di psicologia di Los Angeles, ha evidenziato come dopo queste esperienze permanga uno stato di angoscia e le memorie dell’evento negativo perdurano anche per diverse ore domo aver visto il film ritornando spesso sotto forma di incubi.

Approfondimenti

Do infants possess an evolved spider-detection mechanism?

Neurobiology of fear and specific phobias

Questo articolo nasce con intento divulgativo. Eventuali semplificazioni sono volute al fine di  renderlo di più facile lettura e comprensione.

Share Button